Legalizzazione delle droghe leggere. In corso due giorni di dibattito a Napoli

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Rilanciare la proposta della legalizzazione delle droghe leggere: questo l’obiettivo del convegno “Prima (invece) di punire”, in corso a Napoli nelle sale dell’Istituto per gli Studi Filosofici a Palazzo Serra di Cassano, in via Monte di Dio 14, oggi e domani. La serie di incontri,promossi dall’Associazione Not-dark-yet in collaborazione con il gruppo di imprese sociali Gesco vede protagonisti magistrati,docenti universitari, rappresentanti istituzionali ed esperti di rilievo nazionale ed internazionale. Si è partiti stamattina alle 9.30 con: “una strategia per combattere l’illegalità: legalizzazione della cannabis”. Introdotta e moderata da Nicola Quatrano, magistrato. Il primo intervento, assegnato al giudice Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia, è stata una missiva letta dal suo vice Francesco Curcio, essendo il magistrato impossibilitato a presenziare fisicamente.

Di fronte alla crescitaesponenziale del consumo di droghe leggere (3 milioni di consumatori abituali soltanto in Italia), la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo non si è peraltro limitata all’analisi rigorosa del fenomeno ed alla espressione di motivati pareri ma operando per  promuovere e coordinare una svolta nelle indagini contro i trafficanti di morte ed i santuari finanziari che muovono le partite di droga a livello mondiale, puntando soprattutto sulle indagini sul web e sul deep web, sulla diffusione delle operazioni sotto-copertura, sulle indagini economiche e finanziarie e sulle intercettazioni telematiche. Siamo favorevoli,-si legge ancora- a una disciplina che attribuisca ai Monopoli di Stato, in via esclusiva, la coltivazione, lavorazione e vendita della cannabis e dei suoi derivati, che sottrarrebbe spazi di mercato alle organizzazioni criminali nazionali (ndrangheta e camorra) e straniere (nord africane, afgane, albanesi), che ne detengono il monopolio assoluto, assicurando anche un prodotto meno nocivo di quello attualmente in circolazione. Rimaniamo radicalmente contrari alla previsione di autorizzare la coltivazione della cannabis ai privati, sia in forma individuale che associata, perché ciò rappresenterebbe un varco per il reingresso nell’affare da parte della criminalità organizzata.

A seguire l’intervento di un altro protagonista della lotta alle organizzazioni internazionali di narcotraffico, il sostituto procuratore di Napoli Henry John Woodcock, che si è detto favorevole alla legalizzazione soprattutto immaginando un progetto che possa impiegare energie umane, oggi sfruttate dalla criminalità organizzata, in modo palese  nell’auspicabile “mercato legalizzato” della stessa. Palesando il totale fallimento dell’azione repressiva il magistrato suggerisce al legislatore la depenalizzazione, elencando, tra i vantaggi la diminuzione del carico giudiziario, dando la possibilità per la magistratura di dedicarsi al contrasto di fenomeni criminali più gravi. Non trascurabile  la conseguenza di sottrarre in questo modo un mercato altamente redditizio agli affari dei clan a vantaggio di nuovi introiti che attraverso il Monopolio lo Stato ricaverebbe, quantificabili in svariati miliardi di euro. L’evento continua in pomeriggio dalle 15 con la seconda parte: “Napoli ultima città dell’Ottocento: tra illegalità, criminalità e camorre”.

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